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Biografia

del bianco disegno

Augusto Del Bianco nasce a Misano Monte, il 31 dicembre 1942. Nel novembre 1971 decide di licenziarsi dal lavoro amministrativo che svolgeva e di trasferirsi a Parigi.

del bianco misano

Qui studia pittura e incisione nell’atelier di Harry Bernard Goetz; si diploma poi all’Academie des Beaux Arts, specializzandosi nelle discipline del mosaico e dell’affresco; si dedica inoltre alla scultura nel laboratorio di César Baldaccini e al disegno presso l’Academie de la Grande Chaumière. Frequenta pure gli ateliers del Royal College of Art a Londra.

delbianco a parigi

Si trasferisce a Ca’ Andrino (Misano Monte) nel 1976, senza mai dimenticare Parigi, che continua a visitare sino agli ultimi anni di vita. Muore a Cesena il 7 novembre 2014. Sue esposizioni a Parigi, Rimini, Forlì, Riccione, Dusseldorf, Venezia, Roma

Ricordo di mio padre

Patrick Del Bianco

Quando ripenso a mio padre mentre lavora, il ricordo più vivo è legato alle innumerevoli serate che trascorreva nel suo studio, ascoltando buona musica, impegnato con un particolare martello a spezzare pietre accuratamente scelte per creare piccole tessere di forma regolare. La fase più dura nel lungo percorso che lo portava a realizzare i suoi noti, splendidi, mosaici. Sicuramente però non era la fase più silenziosa; il suono di sassi che si spezzano con precise martellate non era proprio l’ideale per chi in famiglia voleva riposare.
Ma Augusto non poteva fare altrimenti, il suo lavoro era fatto di momenti d’ispirazione e non poteva chiaramente sottostare ad orari fissi o a cartellini da timbrare. D’altronde il suo non era esattamente un lavoro comune, e lui non era decisamente una persona qualunque. In famiglia lo abbiamo imparato molto presto, e con il tempo le sue unicità sono diventate per noi non un motivo di disagio bensì di enorme orgoglio.

Osservare, studiare o anche solo percorrere con lo sguardo i dipinti di Augusto che compongono questa raccolta denominata Rêves parisiens provoca dentro ciascuno di noi sensazioni diverse, non necessariamente legate all’educazione o alla sensibilità artistica che si possiede. Penso che questo sia un aspetto grandioso dell’arte, che raggiunge il suo massimo obiettivo quando riesce nell’intento di non lasciarci indifferenti e smuove dentro di noi emozioni o sentimenti che sono necessariamente solo nostri.
Personalmente, il ricordo di un padre così unico e a modo suo amorevole inevitabilmente si confonde con le suggestioni che questi dipinti generano dentro di me. È affascinante ritrovare, esposti dopo tanto tempo, quadri di cui ho conosciuto la genesi e che conosco nei dettagli, ma ancor più interessante è scoprire decine di opere che non avevo mai visto prima, e che sono a tutti gli effetti degli inediti. Il carattere introverso di Augusto lo ha portato a creare tantissimo nel corso degli anni, e nel contempo ad esporre in pubblico molto poco dei suoi dipinti più personali, mantenendo così celate nel suo studio una grande quantità di opere.
Quello studio in cui mio padre ha custodito tutto, gelosamente, per decenni, si è svelato lasciandoci intravedere un Augusto nuovo, che pochi avevano visto sotto questa luce.

Qualche tempo dopo la sua morte, ho trascorso settimane nel suo studio a spolverare, riordinare e classificare quadri, disegni, sculture, mosaici, semplici bozze, con l’aiuto di mia madre Margaret e delle mie sorelle Emily e Sophie Claire. Giornate intere, immerso nei suoi lavori e nei suoi scritti, che mi hanno gratificato enormemente e che mi hanno restituito molto della personalità di mio padre. All’interno dei suoi faldoni molto merita ancora di essere valorizzato ed esposto, e non soltanto dipinti ma anche sculture, acquerelli, mosaici. Augusto ha sempre creduto nella valenza pubblica della propria arte, perché fosse visibile in parchi, chiese e piazze, e tocca a noi ora esplorare ciò che produceva di più intimo, per sé stesso. Mi auguro che questa riscoperta, che è appena cominciata, possa essere un viaggio piacevole e stimolante per tutti, quanto lo è stato per me nei giorni passati tra tele stropicciate e ragnatele.

Un’esperienza unica, grazie di cuore babbo.